IL PARTITO SOCIALE, MATERIALI DI ANALISI E LAVORO POLITICO . ED PUNTO ROSSO

30 01 2010

Il partito sociale, inteso come punto d’incrocio tra movimenti che si politicizzano e partiti che si socializzano”, sanciva uno dei passaggi fondamentali del Congresso di Rifondazione comunista del luglio 2008.
Da allora si sono moltiplicate le pratiche che hanno dato vita a quell’enunciazione: dai gruppi d’acquisto popolari (Gap o Gasp) alle casse di resistenza a favore delle fabbriche in lotta, dai doposcuola popolari alle brigate di solidarietà attiva in Abruzzo e poi in altre realtà del territorio nazionale, fino ai mercatini dei libri, alle convenzioni con dentisti popolari e quant’altro di simile è stato ritenuto utile localmente, per giungere alla recente “arancia metalmeccanica”.
Con l’ipotesi strategica del partito sociale, Rifondazione coglie che la strada per recuperare utilità sociale si snoda in quattro passaggi consequenziali:
– denunciare pubblicamente gli effetti della crisi sugli strati popolari, dal carovita alle chiusure aziendali, ma anche entrare nelle contraddizioni della ricostruzione dopo disastrosi eventi naturali;
– corredare questa denuncia con delle pratiche concrete di mutualismo capaci di risolvere almeno parzialmente questi effetti o esigenze;
– far partire una vertenzialità diffusa nel territorio e nei luoghi di lavoro non più come esito di una sempre più inefficace propaganda, ma come conseguenza di una presa di coscienza diretta realizzata attraverso la mutualità, il dialogo e l’analisi comune;
– ricostruire così un radicamento territoriale e di fabbrica che si è andato polverizzando dopo anni di egemonia culturale delle destre.
A metà di quest’esperienza, nella scorsa primavera, vengono prodotti due importanti seminari; il primo a Bologna a carattere nazionale, il secondo a Cisliano, vicino a Milano, su iniziativa della Federazione milanese. Lo scopo è duplice: innanzitutto compiere una valutazione comune su quanto e come la pratica del partito sociale aveva saputo produrre fino ad allora, ma anche riprendere ed arricchire lo spessore teorico che aveva dato vita a questa scelta.
Il lavoro che questo libro presenta è un assemblaggio ragionato dei contributi che sono stati portati a questi due eventi, sia dalla riflessione teorica sul partito sociale, sia dalle esperienze che ne hanno supportato l’attuazione pratica.
Inoltre, a conforto ulteriore della fondatezza di quest’orientamento, si è pensato che fra i contenuti degli interventi non potessero mancare le radici storiche del mutualismo operaio, a partire dalla metà dell’ottocento.

Collana Quaderni di Socialismo XXI, uno 2010, pagg. 200, 10 Euro
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